Falchetti e Mengoni....

merdattoFalchetti e Mengoni…in cambio di un terzo di Zico e dei tre quarti di Maradona.
I quarantenni certamente lo hanno visto. I piu’ giovani invece ne hanno sentito parlare decine di volte nelle citazioni da Bar Sport di quella parte di tifosi cresciuti all’inizio degli anni 80, durante la sbornia della riapertura delle frontiere ai calciatori stranieri. Era un film esilarante, interpretato magistralmente da Lino Banfi, re dei trash-movie di quell’epoca. Il suo titolo era “L’allenatore nel Pallone”.
Una scena storica del film era quella in cui il nostro protagonista l’allenatore Oronzo Canà si faceva spiegare dal Presidente della Longobarda i progetti per il calciomercato. Il traffichino Presidente prometteva lo scambio di SPERONI, bomber della squadra, con Giordano; successivamente questi sarebbe stato girato all’Udinese per i tre quarti di Zico e tre prosciutti di San Daniele. Ma era solo un diversivo per giungere a Platini attraverso la cugina di Falcao. Ma l’obiettivo finale era Maradona da soffiare al Napoli in cambio di un viaggio premio aziendale INPS e gli stinchi di Cuccureddu e Gentile che avrebbe prelevato dalla Juve in cambio di Falchetti e Mengoni........
Quella scena storica viene quotidianamente riproposta goliardicamente nelle discussioni nostalgiche e un pò pacchiane di un calcio che pensavamo fosse definitivamente scomparso. Ma siamo sicuri??? Aprendo i giornali di questi giorni scopriamo che dopo 25 anni da quel film qualcuno aveva preso spunto per confezionare davvero operazioni di calciomercato che appaiono degne di una commedia all’italiana. Gli interpreti specializzati sono Milan ed Inter, seguite dalla Roma. Questo per rimanere nelle squadre cosidette di vertice.
Si scopre che in particolare le prime due, squadre della stessa città, hanno provveduto nell’ultimo decennio a taroccare i propri bilanci scambiandosi i Falchetti e Mengoni di turno con valutazioni da Maradona e Platini. Peccato che tale pratica ha sollecitato l’attenzione delle Procure. Eh si. Perchè pare che le indagini effettuate fanno intuire che senza questi magheggi le due compagini, e in particolare l’Inter-Longobarda, non avrebbero potuto iscriversi ad alcuni campionati come ad esempio quelli interessati da Calciopoli. In pratica i portatori sani di onestà esibivano bilanci falsi, dove le fonti per le faraoniche campagne acquisti del mecenate Moratti venivano abilmente rifornite da false plusvalenze e da altri episodi di contabilità creativa nella gestione Calciatori.
Memorabile il caso del portiere Simone Brunelli, il quale da perfetto assegno circolare quale era diventato, fu “emesso” direttamente dalla dirigenza interista senza neanche chiedergli di firmare il contratto. Erano talmente “onesti” che pensarono che una firma falsa su un contratto non era poi cosi grave. E cosi fu. Chissà chi fu il furbone che si diverti materialmente a firmare. Branca? Oriali? Oppure chiesero direttamente a Moratti?? Fatto sta che le due squadre milanesi si scambiarono il giocatore alla stratosferica cifra di tre milioni di euro a fronte di uno stipendio percepito di 2500 euro mensili portandosi in dote una bella plusvalenza illegale. Peccato che si infortunò quasi subito e fu abbandonato al suo destino di stipendiato di Moratti fino al 2008.
L’episodio Brunelli è l’apoteosi del “doping amministrativo”, neologismo del calcio malato post-Berlusconiano. Pur di allestire squadre competitive molti club hanno calpestato a più riprese le regole base della redazione dei bilanci societari. Peccato che tutto ciò era ed è ILLECITO SPORTIVO. Ma illecito sportivo vero, non quello di Farsopoli. Una squadra che gioca un Campionato a cui non dovrebbe neanche essere iscritta. Questa si una vera farsa.
Chissà cosa avrebbe detto il mitico Canà se fosse esistito davvero.