Non mischiate Calciopoli col Calcioscommesse. Grazie

calcioscommesseUn cataclisma nel mondo del calcio italiano. Un altro, l'ennesimo. La notizia è sconcertante: 16 persone legate al pallone nostrano sono state arrestate dalla polizia al termine di un'indagine sul calcioscommesse: tra di esse Beppe Signori; e altre 28, tra cui Stefano Bettarini e Cristiano Doni, risultano indagate. Dalla mattina del primo giorno di giugno, infatti, si sono sparse le prime indiscrezioni su di un'indagine che ha tutta l'aria di essere un affare molto serio. Si è capito immediatamente che la gravità della situazione imponeva il giusto riserbo ed il rispetto della corretta procedura giurisprudenzial-mediatica da seguire: conclusione delle indagini, notizia sui giornali, nomi di personaggi coinvolti, informazioni sulle prove certe e così via. Pare che il mondo del calcio italiano non sia popolato di santi, sicuramente ci sono più navigatori, e ben "navigati" per la verità; da qui a dire che sono tutti malfattori, ce ne passa. Tuttavia, finché non sarà ben delineato il quadro complessivo e non saranno chiarite le responsabilità dei singoli, ci asteniamo da ogni commento, memori di un'esperienza recente, che ha scottato più di una persona.
Ebbene sì, la ferita di Calciopoli, checché ne dica il Chiellini della situazione, è ancora aperta e brucia e, se non si fa qualcosa, rischia di infettarsi, di incancrenirsi e di metastatizzare in tutti gli ambiti del calcio e dello sport; non solo nella testa di qualche rancoroso tifoso bianconero. La situazione, infatti, merita di essere approfondita sotto l'aspetto dei tempi e delle responsabilità. Perché 5 anni fa vennero pubblicate prima le intercettazioni ed i nomi, poi si scoprì che dietro c'era un'indagine? Inoltre, in 20 giorni vennero acquisite le carte (quali? tutte le 170mila intercettazioni?), iniziò e terminò il processo sportivo, con annesse penalizzazioni e scudetti "fair-play". Attualmente, invece, pare che prima si voglia avere in mano gli atti necessari e, infatti, al momento non sono ancora fuoriuscite le consuete indiscrezioni; l'indagine stessa pare essere iniziata parecchi mesi fa e sembra abbia raccolto tutte le prove necessarie prima di poter essere definitivamente chiusa, entrando nelle mani delle Procure competenti e, infine, del Procuratore Federale Palazzi.
Ma siamo certi che sia il caso di scovare un parallelismo tra la vicenda Calciopoli e quella odierna del calcioscommesse? Non sembrano esserci punti di incontro, né tra i nomi, né tra i fatti accertati. Nemmeno le squadre sono le stesse (per fortuna...). Perché allora alcuni opinionisti iniziano ad immaginare collegamenti tra le due inchieste? Si parla di "questione morale": ormai il mondo va allo sfacelo e il calcio va di conseguenza. Le persone pensano soltanto al proprio tornaconto, chi se ne importa di vincere o perdere? Il rischio è quello di finire davanti ad un giudice, ma vale la candela. Il ragionamento calza: il punto, semmai, è che la questione Calciopoli non dovrebbe più essere considerata il prototipo di frode sportiva, il mondo del male per eccellenza, dato che le udienze che si susseguono dal Tribunale di Napoli stanno dimostrando l'assenza di una rete criminale così come era stata prefigurata dagli inquirenti.
Certo è che nelle menti di molti di noi sarà balenato il dubbio dell'esistenza di un qualche disegno, creato da un manovratore che stia dietro le quinte dell'ambiente calcistico-giudiziario: ieri la lettura delle richieste dei PM per Calciopoli, oggi questa nuova grana. Ma le prime news sembrano escludere ogni possibile punto di contatto. Pertanto, è inopportuno continuare a cercare quello che non c'è; sarebbe molto più costruttivo parlare di scandalo Calciopoli riferendosi alla fuga di notizie, alle indagini monodirezionali, alle accuse dei PM smentite dai fatti, alle inesattezze sulle tanto decantate SIM svizzere, che non sembrano essere così impossibili da intercettare... In questo caso, al contrario, le premesse di un dibattimento serio ed imparziale ci sono tutte. La giustizia farà il suo corso ed i giornali farebbero bene a seguire gli sviluppi, non a cercare i soliti parallelismi per screditare il "mostro" del momento.